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Caterina Lanza

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Caterina Lanza Profile Information

@catilanza on Instagram have full name is Caterina Lanza. Here you can discover all stories, photos, videos posted by catilanza on Instagram. Read More...

3 0 2 months ago
Corpomemoria in mostra, 4-7 luglio 2024
Corpomemoria in mostra, 4-7 luglio 2024
52 0 2 months ago
‘Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale.’
‘Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale.’
3 0 10 months ago
C O R P O M E M O R I A 

Ho provato a proteggere, a ricamare, a mettere insieme i pizzi, gli oggetti. Ho provato a rendere tangibile un’assenza. 
Ora provo a farlo attraverso il mio corpo, in contatto diretto con gli oggetti, con i gesti. Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale. 

Mi chino. Per terra trovo tre ciotole con dentro una polvere bianca, un po’ cipria, un po’ corpo. Me la metto addosso, come si fa con la sabbia bagnata sulle gambe, e provo a farla passare attraverso di me. 
Passa solo attraverso i buchi dei pizzi. Me la tolgo.
Mi è rimasta la traccia del pizzo addosso. 
Ora provo a distenderla sulla pelle; pian piano scompare per sempre.

Fotografie di: @cosimo.quartana
C O R P O M E M O R I A Ho provato a proteggere, a ricamare, a mettere insieme i pizzi, gli oggetti. Ho provato a rendere tangibile un’assenza. Ora provo a farlo attraverso il mio corpo, in contatto diretto con gli oggetti, con i gesti. Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale. Mi chino. Per terra trovo tre ciotole con dentro una polvere bianca, un po’ cipria, un po’ corpo. Me la metto addosso, come si fa con la sabbia bagnata sulle gambe, e provo a farla passare attraverso di me. Passa solo attraverso i buchi dei pizzi. Me la tolgo. Mi è rimasta la traccia del pizzo addosso. Ora provo a distenderla sulla pelle; pian piano scompare per sempre. Fotografie di: @cosimo.quartana
53 1 10 months ago
3 1 10 months ago
0 0 10 months ago
64 0 10 months ago
61 0 10 months ago
C O R P O M E M O R I A 

Ho provato a proteggere, a ricamare, a mettere insieme i pizzi, gli oggetti. Ho provato a rendere tangibile un’assenza. 
Ora provo a farlo attraverso il mio corpo, in contatto diretto con gli oggetti, con i gesti. Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale. 

Mi chino. Per terra trovo tre ciotole con dentro una polvere bianca, un po’ cipria, un po’ corpo. Me la metto addosso, come si fa con la sabbia bagnata sulle gambe, e provo a farla passare attraverso di me. 
Passa solo attraverso i buchi dei pizzi. Me la tolgo.
Mi è rimasta la traccia del pizzo addosso. 
Ora provo a distenderla sulla pelle; pian piano scompare per sempre.

Fotografie di: @cosimo.quartana
C O R P O M E M O R I A Ho provato a proteggere, a ricamare, a mettere insieme i pizzi, gli oggetti. Ho provato a rendere tangibile un’assenza. Ora provo a farlo attraverso il mio corpo, in contatto diretto con gli oggetti, con i gesti. Prendo i pizzi rimasti, li cucio tra di loro e li indosso come se fossero una mantella, una coperta. Si crea un’immagine che rimanda al mondo dell’infanzia, il messaggio diviene universale. Mi chino. Per terra trovo tre ciotole con dentro una polvere bianca, un po’ cipria, un po’ corpo. Me la metto addosso, come si fa con la sabbia bagnata sulle gambe, e provo a farla passare attraverso di me. Passa solo attraverso i buchi dei pizzi. Me la tolgo. Mi è rimasta la traccia del pizzo addosso. Ora provo a distenderla sulla pelle; pian piano scompare per sempre. Fotografie di: @cosimo.quartana
107 0 10 months ago
C O R P O M E M O R I A

Ricreare una presenza. Partendo da una giacca.

Si delinea una costruzione informe, come lo sono i sogni: frammentati, inconsistenti, fragili. 
Il profumo che questa materia sprigiona, da quei vecchi pizzi incastrati insieme, racconta quanto la superficie di un costume possa divenire cartografia, spaziale ed intima, di ricordi, una faccia entro cui riconoscerci.
Ci sono ancora  gli oggetti ricamati nella stanza. Li tolgo. Prendo due pizzi, e provo ad assemblarli, a ricreare una presenza, un corpo.
Provo a cucirli insieme. 
Si vede la giacca da sola, appesa con dei fili invisibili, vuota.
Sento l’odore che si sprigiona da quei pizzi: sanno di Casa.
Provo ad abbracciarla, ma è vuota.

Fotografie di: @cosimo.quartana
C O R P O M E M O R I A Ricreare una presenza. Partendo da una giacca. Si delinea una costruzione informe, come lo sono i sogni: frammentati, inconsistenti, fragili. Il profumo che questa materia sprigiona, da quei vecchi pizzi incastrati insieme, racconta quanto la superficie di un costume possa divenire cartografia, spaziale ed intima, di ricordi, una faccia entro cui riconoscerci. Ci sono ancora gli oggetti ricamati nella stanza. Li tolgo. Prendo due pizzi, e provo ad assemblarli, a ricreare una presenza, un corpo. Provo a cucirli insieme. Si vede la giacca da sola, appesa con dei fili invisibili, vuota. Sento l’odore che si sprigiona da quei pizzi: sanno di Casa. Provo ad abbracciarla, ma è vuota. Fotografie di: @cosimo.quartana
57 3 a year ago
Dettagli dei tre atti /

Proteggere
Inglobare
Lasciar andare 

‘Oggi pensiamo di non avere un legame così forte con il mondo tangibile, crediamo di essere liberi di spostarci senza doverci identificare nel mondo 
che ci circonda. Ed è così, ma ci sentiamo anche terribilmente soli, e lontani gli uni dagli altri, in questo trasloco continuo.
Ma poi succede qualcosa, “assaggiando il panbiscotto” della nostra terra, quello che piace solo a noi perchè è duro come la terra del nostro orto, 
insapore come la polenta, ci riconosciamo, ritroviamo un frammento di identità.
Questo mi fa pensare che ci sia una memoria incorporata dentro di noi, una storia, un’identità che passa attraverso il corpo e da cui non possiamo 
esimerci.
Intendo l’oggetto della nostra quotidianità, della nostra storia, come un’estensione del corpo, dell’identità.
Ad esso possiamo aggrapparci, per poi riconoscere che la sostanza di questa relazione è immateriale, ma si può estendere nei gesti, nella materia, 
nel linguaggio.
E passa sempre, attraverso il corpo.
La performance diventa luogo dove rendere tangibile un rituale di attaccamento, di riconoscimento, di identificazione nell’irrefrenabilità dell’esistenza.
Aver “salvato” tutti gli oggetti da quella che è stata Casa, di mia nonna, è stato il primo passo di un importante processo identificazione, nella mia ricerca artistica.
La prima di tre performance in cui traccio una cartografia emotiva inizia proprio in una casa, ma è un’altra casa. 
È un sogno, un ricordo, non intende essere reale, è luogo di costruzione, decostruzione e introspezione.
Avviene una catalogazione, disposizione nello spazio degli oggetti. Li scopro, li metto per terra, come quando si gioca da piccoli. Decido di ricoprirli, di proteggerli: 
il divano, la poltrona, ogni cimelio viene velato da un sottile strato di tulle. Con cura dirompente e a tratti ossessiva, ricamo tutto.
Prendo in mano una Giacca, la accarezzo: avverto l’esistenza di un’assenza, E la proteggo con il filo che faccio passare tra i buchi del tulle che la ricopre.’

Tesi magistrale in Costume per lo Spettacolo, Accademia di Belle arti di Brera - 19.07.2023

Fotografie di @cosimo.quartana
Dettagli dei tre atti / Proteggere Inglobare Lasciar andare ‘Oggi pensiamo di non avere un legame così forte con il mondo tangibile, crediamo di essere liberi di spostarci senza doverci identificare nel mondo che ci circonda. Ed è così, ma ci sentiamo anche terribilmente soli, e lontani gli uni dagli altri, in questo trasloco continuo. Ma poi succede qualcosa, “assaggiando il panbiscotto” della nostra terra, quello che piace solo a noi perchè è duro come la terra del nostro orto, insapore come la polenta, ci riconosciamo, ritroviamo un frammento di identità. Questo mi fa pensare che ci sia una memoria incorporata dentro di noi, una storia, un’identità che passa attraverso il corpo e da cui non possiamo esimerci. Intendo l’oggetto della nostra quotidianità, della nostra storia, come un’estensione del corpo, dell’identità. Ad esso possiamo aggrapparci, per poi riconoscere che la sostanza di questa relazione è immateriale, ma si può estendere nei gesti, nella materia, nel linguaggio. E passa sempre, attraverso il corpo. La performance diventa luogo dove rendere tangibile un rituale di attaccamento, di riconoscimento, di identificazione nell’irrefrenabilità dell’esistenza. Aver “salvato” tutti gli oggetti da quella che è stata Casa, di mia nonna, è stato il primo passo di un importante processo identificazione, nella mia ricerca artistica. La prima di tre performance in cui traccio una cartografia emotiva inizia proprio in una casa, ma è un’altra casa. È un sogno, un ricordo, non intende essere reale, è luogo di costruzione, decostruzione e introspezione. Avviene una catalogazione, disposizione nello spazio degli oggetti. Li scopro, li metto per terra, come quando si gioca da piccoli. Decido di ricoprirli, di proteggerli: il divano, la poltrona, ogni cimelio viene velato da un sottile strato di tulle. Con cura dirompente e a tratti ossessiva, ricamo tutto. Prendo in mano una Giacca, la accarezzo: avverto l’esistenza di un’assenza, E la proteggo con il filo che faccio passare tra i buchi del tulle che la ricopre.’ Tesi magistrale in Costume per lo Spettacolo, Accademia di Belle arti di Brera - 19.07.2023 Fotografie di @cosimo.quartana
42 0 a year ago
C O R P O M E M O R I A 

‘Oggi pensiamo di non avere un legame così forte con il mondo tangibile, crediamo di essere liberi di spostarci senza doverci identificare nel mondo 
che ci circonda. Ed è così, ma ci sentiamo anche terribilmente soli, e lontani gli uni dagli altri, in questo trasloco continuo.
Ma poi succede qualcosa, “assaggiando il panbiscotto” della nostra terra, quello che piace solo a noi perchè è duro come la terra del nostro orto, 
insapore come la polenta, ci riconosciamo, ritroviamo un frammento di identità.
Questo mi fa pensare che ci sia una memoria incorporata dentro di noi, una storia, un’identità che passa attraverso il corpo e da cui non possiamo 
esimerci.
Intendo l’oggetto della nostra quotidianità, della nostra storia, come un’estensione del corpo, dell’identità.
Ad esso possiamo aggrapparci, per poi riconoscere che la sostanza di questa relazione è immateriale, ma si può estendere nei gesti, nella materia, 
nel linguaggio.
E passa sempre, attraverso il corpo.
La performance diventa luogo dove rendere tangibile un rituale di attaccamento, di riconoscimento, di identificazione nell’irrefrenabilità dell’esistenza.
Aver “salvato” tutti gli oggetti da quella che è stata Casa, di mia nonna, è stato il primo passo di un importante processo identificazione, nella mia ricerca artistica.
La prima di tre performance in cui traccio una cartografia emotiva inizia proprio in una casa, ma è un’altra casa. 
È un sogno, un ricordo, non intende essere reale, è luogo di costruzione, decostruzione e introspezione.
Avviene una catalogazione, disposizione nello spazio degli oggetti. Li scopro, li metto per terra, come quando si gioca da piccoli. Decido di ricoprirli, di proteggerli: 
il divano, la poltrona, ogni cimelio viene velato da un sottile strato di tulle. Con cura dirompente e a tratti ossessiva, ricamo tutto.
Prendo in mano una Giacca, la accarezzo: avverto l’esistenza di un’assenza, E la proteggo con il filo che faccio passare tra i buchi del tulle che la ricopre.’

Tesi magistrale in Costume per lo Spettacolo, Accademia di Belle arti di Brera - 19.07.2023

Fotografie di @cosimo.quartana
C O R P O M E M O R I A ‘Oggi pensiamo di non avere un legame così forte con il mondo tangibile, crediamo di essere liberi di spostarci senza doverci identificare nel mondo che ci circonda. Ed è così, ma ci sentiamo anche terribilmente soli, e lontani gli uni dagli altri, in questo trasloco continuo. Ma poi succede qualcosa, “assaggiando il panbiscotto” della nostra terra, quello che piace solo a noi perchè è duro come la terra del nostro orto, insapore come la polenta, ci riconosciamo, ritroviamo un frammento di identità. Questo mi fa pensare che ci sia una memoria incorporata dentro di noi, una storia, un’identità che passa attraverso il corpo e da cui non possiamo esimerci. Intendo l’oggetto della nostra quotidianità, della nostra storia, come un’estensione del corpo, dell’identità. Ad esso possiamo aggrapparci, per poi riconoscere che la sostanza di questa relazione è immateriale, ma si può estendere nei gesti, nella materia, nel linguaggio. E passa sempre, attraverso il corpo. La performance diventa luogo dove rendere tangibile un rituale di attaccamento, di riconoscimento, di identificazione nell’irrefrenabilità dell’esistenza. Aver “salvato” tutti gli oggetti da quella che è stata Casa, di mia nonna, è stato il primo passo di un importante processo identificazione, nella mia ricerca artistica. La prima di tre performance in cui traccio una cartografia emotiva inizia proprio in una casa, ma è un’altra casa. È un sogno, un ricordo, non intende essere reale, è luogo di costruzione, decostruzione e introspezione. Avviene una catalogazione, disposizione nello spazio degli oggetti. Li scopro, li metto per terra, come quando si gioca da piccoli. Decido di ricoprirli, di proteggerli: il divano, la poltrona, ogni cimelio viene velato da un sottile strato di tulle. Con cura dirompente e a tratti ossessiva, ricamo tutto. Prendo in mano una Giacca, la accarezzo: avverto l’esistenza di un’assenza, E la proteggo con il filo che faccio passare tra i buchi del tulle che la ricopre.’ Tesi magistrale in Costume per lo Spettacolo, Accademia di Belle arti di Brera - 19.07.2023 Fotografie di @cosimo.quartana
86 2 a year ago