Ogni volta che si esce di casa il bambino piccolo ha bisogno di sapere come andremo dove dobbiamo andare. Con la bici? Con la macchina? Con i piedi? Con il tram? In bici canta, in macchina dorme solo in casi estremi, a piedi corre o vuole stare in braccio - la via di mezzo è infrequente -, in tram è polemico e piange - che poi è quello che vorrei fare io in tram. La novità della metropolitana vicina anche per noi è stata accolta con entusiasmo, solo che dobbiamo per forza metterci alle estremità perché se non si vede bene il dentro della galleria un po’ ci serba rancore e minaccia di rotolare per il vagone. Dal nonno siamo andati con la macchina perché è lontano, mentre in bici a scuola ci andiamo domani, se il tempo regge. Con Cesare e coi nostri piedi siamo andati in fumetteria. È sempre quella che frequentavo io e il fatto che ci sia ancora mi fa felice. Visto che io ci andavo quasi di nascosto, da ragazzina, il mio bambino grande ce l’ho portato particolarmente volentieri. Cesare cammina con slancio solo se c’è della natura o se la meta gli interessa parecchio. Quando cammina borbotta, ma abbiamo poi scoperto che non ce l’ha con nessuno: fa la voce fuori campo di se stesso. Ma com’è la storia, si può sapere? No, la può sentire solo Dario. Siamo arrivati? Siamo arrivati? Siamo arrivati? Io dico sempre che manca poco, anche se vorrei fare con loro moltissima strada.