Nonostante all’attivo abbia appena 4 film, Paul Kircher sembra già una scommessa vinta. Classe 2001, per critica e addetti ai lavori è uno dei più promettenti giovani attori europei, con le carte in regola per diventare una star. Qualcuno dice: “è il prossimo Timothée Chalamet”, forse per l’aria sexy e scanzonata, i capelli scomposti e il viso da ragazzino. Intanto ha vinto il premio Marcello Mastroianni come miglior emergente all’ultima Mostra del cinema di Venezia.
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Figlio di attori, in realtà lui aveva pensato di studiare geografia economica. «Da non crederci, vero?», racconta oggi divertito al pensiero. «Anche se a scuola ero bravo a fare il buffone, a mettermi sempre al centro dell’attenzione, dopo il liceo ho deciso che non avrei fatto cinema e mi sono iscritto all’Università. E mi piaceva, anche se i corsi a volte erano noiosi. La cosa dirompente però era avere un programma quotidiano, scadenze precise. Una vita molto diversa da quella della mia famiglia».
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L’intervista di Liana Messina su U.
Nonostante all’attivo abbia appena 4 film, Paul Kircher sembra già una scommessa vinta. Classe 2001, per critica e addetti ai lavori è uno dei più promettenti giovani attori europei, con le carte in regola per diventare una star. Qualcuno dice: “è il prossimo Timothée Chalamet”, forse per l’aria sexy e scanzonata, i capelli scomposti e il viso da ragazzino. Intanto ha vinto il premio Marcello Mastroianni come miglior emergente all’ultima Mostra del cinema di Venezia. ‌ Figlio di attori, in realtà lui aveva pensato di studiare geografia economica. «Da non crederci, vero?», racconta oggi divertito al pensiero. «Anche se a scuola ero bravo a fare il buffone, a mettermi sempre al centro dell’attenzione, dopo il liceo ho deciso che non avrei fatto cinema e mi sono iscritto all’Università. E mi piaceva, anche se i corsi a volte erano noiosi. La cosa dirompente però era avere un programma quotidiano, scadenze precise. Una vita molto diversa da quella della mia famiglia». ‌ L’intervista di Liana Messina su U.
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