In “We Are At War” Phillip Toledano (
@mrtoledano) ha utilizzato l’Ai per ricreare le fotografie scattate da Robert Capa il D-Day e andate perdute per colpa di un assistente maldestro che, nella camera oscura della sede londinese di Life, bruciò quasi tutti i rullini.
«Quando poche settimane fa ho presentato il lavoro a Deauville, quasi tutti si sono emozionati, si sono commossi... E hanno creduto fossero immagini reali. Poi, dopo la presentazione, quando hanno capito che erano false, che non avevano nulla di reale, hanno provato spaesamento, confusione, come si sentissero vittime di un inganno», raconta Toledano.
«La nostra esperienza percettiva è molto cambiata rispetto a decenni fa: oggi guardiamo immagini sul telefonino, ma solo quelle che riescono a emozionarci stimolando curiosità o sentimenti ottengono la nostra attenzione. Una fotografia esercita su di noi un potere emotivo, molto più che narrativo. Ma soltanto soffermandoci sulla narrazione di una storia e sul suo significato saremo in grado di distinguere cosa è reale da quello che non lo è».
L’intervista di Carlotta Magnanini (
@carlottamag) su U.