@jemperucchini dipinge storie. Racconti contemporanei con un linguaggio classico-figurativo e influenze dell’arte italiana, dal Rinascimento alla Metafisica. Un talento speciale per la pittura, il suo, fatto di minuscoli pattern distillati nelle tonalità dei rosa, degli ocra e degli oro. La sua ultima personale – “Strange Fruit”, alla Galleria Corvi-Mora di Londra – prende a prestito il titolo da una canzone di Billie Holiday del 1939 e si riferisce alla violenza razzista americana.
Etiope di nascita, italiano d’adozione, Jem si racconta a U nel suo studio di Milano dove sta lavorando alla prossima personale (primavera 2025) alla
@fondazionesandretto. Devoto della pittura, prepara rigorosamente le sue tele (di lino), osserva luci e sfumature, mentre dipinge a olio e ascolta musica. «Ascolto tutti i generi di jazz: da quello americano all’etiope, in cui nell’improvvisazione risuonano sonorità ritmiche africane molto interessanti. E poi Bach e musica classica».
L’intervista di
@cloepiccoli su U.