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𝗜𝗹 𝘁𝗿𝘂𝗰𝗰𝗼 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗲𝘁𝗲𝘀𝘁𝗼
Difficile scoprire il trucco, ma a volte è più difficile capire qual è la vera magia. Nei suoi spettacoli @lucabono_official, classe 1992, lancia pezzi di carta che si trasformano in colombe e fa apparire auto monoposto dal nulla. Facile fermarsi qui, ma le magie più grandi, e meno evidenti, sono altre. Per esempio che questo ragazzo timidissimo, che da piccolo mai avrebbe immaginato di parlare davanti a un pubblico, dal 2017 porti nei teatri di tutta Italia spettacoli sempre sold-out. Oppure che un incidente di percorso – letteralmente, sui go-kart – l’abbia introdotto al mondo dei circoli magici e dell’illusionismo, dei grandi raduni internazionali di prestigiatori.
‌
È il 2005 quando Luca Bono, appassionato di go-kart, fa un incidente che lo costringe a letto. L’unica “magia” che poteva venirgli in mente allora era tornare presto a correre e diventare un giorno un pilota professionista. Poi entra in scena il fratello Davide, che gli dice: «Chiudi la mano, apri la mano», e lui vede comparire dal nulla nel suo pugno una pallina di spugna. Il capitolo seguente inizia quando, qualche mese dopo, Bono apre un portone di Torino, e davanti ai suoi occhi si parano scaffali di libri dedicati all’illusionismo, poster firmati dai più grandi maghi di tutto il mondo, oggetti magici, un palcoscenico, strumenti di scena. E un gruppo di 50 persone di ogni età che lì si incontra periodicamente per parlare di illusionismo e scambiarsi competenze, suggerimenti, trucchi. È il @circoloamicidellamagia.
‌
Bono rappresenta il nuovo illusionismo italiano, che negli ultimi anni sta vivendo un periodo di grande fermento. Poco più giovani di lui i sei maghi in scena nei teatri italiani con lo spettacolo @incantishow: @filibertoselvi, @francescodellabona, @niccolofontana.artist, @pierovenesia, @darioadilettamagic e @andrearizzolini. Agli illusionisti da palcoscenico si aggiungono poi quelli del web: il più noto è @jacknobile.

L’articolo di @nicobaro.nb su d
#TheMagicIssue
𝗜𝗹 𝘁𝗿𝘂𝗰𝗰𝗼 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗲𝘁𝗲𝘀𝘁𝗼 Difficile scoprire il trucco, ma a volte è più difficile capire qual è la vera magia. Nei suoi spettacoli @lucabono_official, classe 1992, lancia pezzi di carta che si trasformano in colombe e fa apparire auto monoposto dal nulla. Facile fermarsi qui, ma le magie più grandi, e meno evidenti, sono altre. Per esempio che questo ragazzo timidissimo, che da piccolo mai avrebbe immaginato di parlare davanti a un pubblico, dal 2017 porti nei teatri di tutta Italia spettacoli sempre sold-out. Oppure che un incidente di percorso – letteralmente, sui go-kart – l’abbia introdotto al mondo dei circoli magici e dell’illusionismo, dei grandi raduni internazionali di prestigiatori. ‌ È il 2005 quando Luca Bono, appassionato di go-kart, fa un incidente che lo costringe a letto. L’unica “magia” che poteva venirgli in mente allora era tornare presto a correre e diventare un giorno un pilota professionista. Poi entra in scena il fratello Davide, che gli dice: «Chiudi la mano, apri la mano», e lui vede comparire dal nulla nel suo pugno una pallina di spugna. Il capitolo seguente inizia quando, qualche mese dopo, Bono apre un portone di Torino, e davanti ai suoi occhi si parano scaffali di libri dedicati all’illusionismo, poster firmati dai più grandi maghi di tutto il mondo, oggetti magici, un palcoscenico, strumenti di scena. E un gruppo di 50 persone di ogni età che lì si incontra periodicamente per parlare di illusionismo e scambiarsi competenze, suggerimenti, trucchi. È il @circoloamicidellamagia. ‌ Bono rappresenta il nuovo illusionismo italiano, che negli ultimi anni sta vivendo un periodo di grande fermento. Poco più giovani di lui i sei maghi in scena nei teatri italiani con lo spettacolo @incantishow: @filibertoselvi, @francescodellabona, @niccolofontana.artist, @pierovenesia, @darioadilettamagic e @andrearizzolini. Agli illusionisti da palcoscenico si aggiungono poi quelli del web: il più noto è @jacknobile. L’articolo di @nicobaro.nb su d #TheMagicIssue
58 2 4 days ago
𝗣𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗹𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮?
Lo zodiaco, il cielo, i transiti, e il mondo che si divide in Calcuttiani e non. I primi, spericolati, che escono senza leggere l’oroscopo (esattamente come recita il verso che apre la celebre canzone del cantautore di Latina. “Oroscopo”, appunto). I secondi, invece, che consultano e incrociano fra loro tutte le previsioni astrali disponibili al mattino. Ogni mattino. Per avere un’idea di quel che sarà.

Per esempio, quando Thérèse annuncia il suo matrimonio con il conte Marie-Colbert de Roberval, il contrariato fratello Benjamin Malaussène le domanda se ha preso le dovute precauzioni. “Precauzioni?”, rilancia lei. E lui: “Hai studiato almeno il suo tema astrale? E il tuo? E il vostro? Ti sei interessata al vostro avvenire comune?”. Ma Thérèse è costretta a spiegargli che no, l’astrologia non serve a questo: “L’astrologia serve a occuparsi degli altri, non di se stessi”. Daniel Pennac porta così l’oroscopo, i pianeti e i temi natali nella caotica tribù Malaussène. Attraverso Thérèse, appunto, sorella astrale di Ben, glorioso capro espiatorio della serie di “Belleville” (@feltrinelli_editore).

L’astrologia serve a occuparsi degli altri, dunque. Ma non solo. Quando @tokarczuk_olga ha pubblicato “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” (@libribompiani) ci siamo tutti, immediatamente, procurati il numero di uno bravo. Nel senso dell’astrologo. Janina Duszejko, protagonista sessantenne del mastodontico romanzo, ingegnera di ponti, insegnante d’inglese, mente scientifica e lucidissima, ci svela di poter conoscere ogni dettaglio e accadimento di un’esistenza, inclusa la sua, a partire soltanto dal giorno e dall’ora in cui si nasce. “Posso chiederle la sua data di nascita?”, domanda, infatti, al comandante della polizia che la sta interrogando per una morte sospetta avvenuta nell’Altipiano in cui abita.

L’articolo di @valentina_farinaccio su d
Foto di @marta_blue 
#TheMagicIssue
𝗣𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗹𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮? Lo zodiaco, il cielo, i transiti, e il mondo che si divide in Calcuttiani e non. I primi, spericolati, che escono senza leggere l’oroscopo (esattamente come recita il verso che apre la celebre canzone del cantautore di Latina. “Oroscopo”, appunto). I secondi, invece, che consultano e incrociano fra loro tutte le previsioni astrali disponibili al mattino. Ogni mattino. Per avere un’idea di quel che sarà. Per esempio, quando Thérèse annuncia il suo matrimonio con il conte Marie-Colbert de Roberval, il contrariato fratello Benjamin Malaussène le domanda se ha preso le dovute precauzioni. “Precauzioni?”, rilancia lei. E lui: “Hai studiato almeno il suo tema astrale? E il tuo? E il vostro? Ti sei interessata al vostro avvenire comune?”. Ma Thérèse è costretta a spiegargli che no, l’astrologia non serve a questo: “L’astrologia serve a occuparsi degli altri, non di se stessi”. Daniel Pennac porta così l’oroscopo, i pianeti e i temi natali nella caotica tribù Malaussène. Attraverso Thérèse, appunto, sorella astrale di Ben, glorioso capro espiatorio della serie di “Belleville” (@feltrinelli_editore). L’astrologia serve a occuparsi degli altri, dunque. Ma non solo. Quando @tokarczuk_olga ha pubblicato “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” (@libribompiani) ci siamo tutti, immediatamente, procurati il numero di uno bravo. Nel senso dell’astrologo. Janina Duszejko, protagonista sessantenne del mastodontico romanzo, ingegnera di ponti, insegnante d’inglese, mente scientifica e lucidissima, ci svela di poter conoscere ogni dettaglio e accadimento di un’esistenza, inclusa la sua, a partire soltanto dal giorno e dall’ora in cui si nasce. “Posso chiederle la sua data di nascita?”, domanda, infatti, al comandante della polizia che la sta interrogando per una morte sospetta avvenuta nell’Altipiano in cui abita. L’articolo di @valentina_farinaccio su d Foto di @marta_blue #TheMagicIssue
783 6 4 days ago
L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d.
Illustrazioni @jeugov 
#TheMagicIssue
L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d. Illustrazioni @jeugov #TheMagicIssue
966 17 5 days ago
L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d.
Illustrazioni @jeugov 
#TheMagicIssue
L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d. Illustrazioni @jeugov #TheMagicIssue
1.4K 42 5 days ago
Quale sarà il segno più fortunato? Per gli astrologi intelligenti domanda più sciocca non può esserci. Perché nel nostro Tema Individuale (o “Carta del Cielo Individuale”), sono presenti tutti i simboli (dieci corpi celesti più l’Ascendente) che insieme formano appunto l’unità del soggetto, anche se la posizione del Sole (il segno) è fondamentale, essendo in analogia con l’Io profondo, interno, storico. Questo è tanto più vero nel 2025, perché per tutti i segni è presente qualche passaggio difficile e qualche passaggio positivo.
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L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d. 
‌Illustrazioni @jeugov 
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#TheMagicIssue
Quale sarà il segno più fortunato? Per gli astrologi intelligenti domanda più sciocca non può esserci. Perché nel nostro Tema Individuale (o “Carta del Cielo Individuale”), sono presenti tutti i simboli (dieci corpi celesti più l’Ascendente) che insieme formano appunto l’unità del soggetto, anche se la posizione del Sole (il segno) è fondamentale, essendo in analogia con l’Io profondo, interno, storico. Questo è tanto più vero nel 2025, perché per tutti i segni è presente qualche passaggio difficile e qualche passaggio positivo. ‌ L’oroscopo annuale del 2025 di @marcopesatori su d. ‌Illustrazioni @jeugov ‌ #TheMagicIssue
949 11 5 days ago
𝐏𝐎𝐋𝐕𝐄𝐑𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐓𝐄𝐋𝐋𝐄
Contravvenendo alle raccomandazioni di Orazio (“Non tentare gli oroscopi d’Oriente. Male è sapere. Meglio è accettare quello che verrà”), abbiamo tentato gli oroscopi. Abbiamo poi mandato un collega a Genova per imparare a leggere la sfera di cristallo (spoiler: funziona, o almeno così garantisce lui). E un altro a Torino, per intervistare il vincitore del Mandrake d’Or, che ci ha descritto la magia vista con gli occhi di un bambino e la poesia nel volo di una colomba. Abbiamo chiesto a uno scrittore di raccontare la sua storia d’amore con i tarocchi e ricostruito l’incontro tra J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.
‌
(La vera magia poi la consiglia Silvan, uno che se ne intende – Sim Sala Bim! – sparire dai social e ricominciare a farsi i misteri propri!).
‌
L’editoriale di @efarneti, su d, domani in edicola.
#TheMagicIssue
𝐏𝐎𝐋𝐕𝐄𝐑𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐓𝐄𝐋𝐋𝐄 Contravvenendo alle raccomandazioni di Orazio (“Non tentare gli oroscopi d’Oriente. Male è sapere. Meglio è accettare quello che verrà”), abbiamo tentato gli oroscopi. Abbiamo poi mandato un collega a Genova per imparare a leggere la sfera di cristallo (spoiler: funziona, o almeno così garantisce lui). E un altro a Torino, per intervistare il vincitore del Mandrake d’Or, che ci ha descritto la magia vista con gli occhi di un bambino e la poesia nel volo di una colomba. Abbiamo chiesto a uno scrittore di raccontare la sua storia d’amore con i tarocchi e ricostruito l’incontro tra J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis. ‌ (La vera magia poi la consiglia Silvan, uno che se ne intende – Sim Sala Bim! – sparire dai social e ricominciare a farsi i misteri propri!). ‌ L’editoriale di @efarneti, su d, domani in edicola. #TheMagicIssue
58 0 6 days ago
𝐀 𝐊𝐈𝐍𝐃 𝐎𝐅 𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 
✨✨✨
Un numero dedicato a incantesimi, oroscopi e altre magie.

📸 ”All My Nights Taste Like Gold” di @annaneubauer_photography, che si è ispirata alla canzone di @gabrielleaplin.
#TheMagicIssue
𝐀 𝐊𝐈𝐍𝐃 𝐎𝐅 𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 ✨✨✨ Un numero dedicato a incantesimi, oroscopi e altre magie. 📸 ”All My Nights Taste Like Gold” di @annaneubauer_photography, che si è ispirata alla canzone di @gabrielleaplin. #TheMagicIssue
450 11 6 days ago
𝗟𝗮 𝗞 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗼𝗽
Tutto quello che sappiamo sul K-pop è sbagliato. O meglio, è frutto di un addomesticamento culturale. Lo si scopre sfogliando “Breve storia del K-pop”, guida che disattende le aspettative in fatto di lunghezza (@salani_editore). La conversazione con il suo autore @ivancanuillustrator inizia proprio dalle origini dell’hallyu, l’onda coreana in cui siamo ormai sommersi. «Le premesse affondano lontano, ma i primi segnali sono del 2012, con Gangnam Style, canzone-parodia sui nuovi ricchi di Seul. Nel 2023, oltre la metà dei dieci album più venduti negli Usa sono K-pop. @taylorswift è al primo posto, ma dietro a lei troviamo gli @realstraykids».
‌
Cosa ci aspetta nel 2025? «I @bts.bighitofficial sono pronti a ricominciare dopo la pausa imposta dal servizio militare; le @blackpinkofficial tornano con un tour e un disco; mentre gli Stray Kids saranno di nuovo in Europa dopo aver radunato, lo scorso 12 luglio a Milano, 70mila fan».
‌
Gli idol hanno invaso il mondo della moda e della bellezza sostituendosi alle celebrities. «Il K-pop nasce come parte di una strategia culturale del governo sudcoreano per promuovere il Paese a livello internazionale. I suoi fruitori più che ascoltatori di musica sono collezionisti».
‌
Perché questo interessa ai brand di lusso? «Con l’espansione dell’hallyu in Occidente, si è compreso il potenziale che idol coreani possono apportare in un’industria (moda e beauty) sempre a caccia di novità. Il primo a capirne il potenziale e invitare un artista coreano, @xxxibgdrgn, alla settimana della moda francese, è stato @karllagerfeld nel 2015. Lo nominò anche brand ambassador di @chanelofficial».
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L’articolo di @evagrip su d.
Foto. 1. @lalalalisa_m delle Blackpink (Gioelli @bvlgari); 3. @roses_are_rosie delle Blackpink (Courtesy @ysl); 6. @jennierubyjane delle Blackpink (@virgile.guinard/Courtesy Chanel); 9. @from_jjlee (Matt Winkelmeyer/Courtesy @gucci); Illustrazioni tratte da “Breve storia del K-pop”.
𝗟𝗮 𝗞 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝗼𝗽 Tutto quello che sappiamo sul K-pop è sbagliato. O meglio, è frutto di un addomesticamento culturale. Lo si scopre sfogliando “Breve storia del K-pop”, guida che disattende le aspettative in fatto di lunghezza (@salani_editore). La conversazione con il suo autore @ivancanuillustrator inizia proprio dalle origini dell’hallyu, l’onda coreana in cui siamo ormai sommersi. «Le premesse affondano lontano, ma i primi segnali sono del 2012, con Gangnam Style, canzone-parodia sui nuovi ricchi di Seul. Nel 2023, oltre la metà dei dieci album più venduti negli Usa sono K-pop. @taylorswift è al primo posto, ma dietro a lei troviamo gli @realstraykids». ‌ Cosa ci aspetta nel 2025? «I @bts.bighitofficial sono pronti a ricominciare dopo la pausa imposta dal servizio militare; le @blackpinkofficial tornano con un tour e un disco; mentre gli Stray Kids saranno di nuovo in Europa dopo aver radunato, lo scorso 12 luglio a Milano, 70mila fan». ‌ Gli idol hanno invaso il mondo della moda e della bellezza sostituendosi alle celebrities. «Il K-pop nasce come parte di una strategia culturale del governo sudcoreano per promuovere il Paese a livello internazionale. I suoi fruitori più che ascoltatori di musica sono collezionisti». ‌ Perché questo interessa ai brand di lusso? «Con l’espansione dell’hallyu in Occidente, si è compreso il potenziale che idol coreani possono apportare in un’industria (moda e beauty) sempre a caccia di novità. Il primo a capirne il potenziale e invitare un artista coreano, @xxxibgdrgn, alla settimana della moda francese, è stato @karllagerfeld nel 2015. Lo nominò anche brand ambassador di @chanelofficial». ‌ L’articolo di @evagrip su d. Foto. 1. @lalalalisa_m delle Blackpink (Gioelli @bvlgari); 3. @roses_are_rosie delle Blackpink (Courtesy @ysl); 6. @jennierubyjane delle Blackpink (@virgile.guinard/Courtesy Chanel); 9. @from_jjlee (Matt Winkelmeyer/Courtesy @gucci); Illustrazioni tratte da “Breve storia del K-pop”.
111 2 7 days ago
La caccia al nuovo direttore creativo di @chanelofficial è finalmente arrivata al traguardo. Sarà il francese @matthieu_blazy, 40 anni e attuale direttore creativo di Bottega Veneta, a prendere le redini della maison di moda più importante, amata e sognata del mondo. Va detto che, sulla carta, scelta migliore Chanel non poteva farla: Blazy è infatti uno dei talenti più brillanti della nuova generazione, universalmente amato e stimato. Il suo arrivo da Bottega Veneta nel 2021 ha portato a un’impennata nei fatturati del marchio, trasformandolo nel simbolo della nuova eleganza milanese.
‌
Nei suoi tre anni alla guida del brand di Kering, Blazy ha dimostrato un’incredibile capacità nel mescolare moda, design e cultura, collaborando con Gaetano Pesce e con la Galleria Nazionale di Cosenza, ridisegnando le silhouette del brand, creando accessori diventati virali, e unendo con sapienza l’eleganza più classica allo humour. Prima di Bottega Veneta, Blazy ha collaborato con Raf Simons da Calvin Klein, con Phoebe Philo da Céline e ha lavorato per 4 anni da Maison Margiela, disegnando la linea couture, l’Artisanal.
‌
Per talento, visione ed età Blazy risponde perfettamente alle caratteristiche cercate da Chanel: un designer senza un proprio marchio, che quindi si può dedicare totalmente alla maison, con un’approfondita conoscenza del lavoro degli atelier e con una forza creativa sufficiente a dare nuova linfa ed eccitazione a un nome della moda leggendario ma che negli ultimi mesi, complice la mancanza di una direzione creativa, rischiava di appannarsi. Inoltre, Blazy è solo il quarto stilista della maison fondata nel 1910. Prima di lui, a parte la fondatrice Coco, ci sono stati solo Karl Lagerfeld, che ha tenuto la posizione dal 1983 fino alla sua morte nel 2019 e Virginie Viard, per anni braccio destro di Lagerfeld e promossa proprio per volere del grande stilista. L’unico punto negativo di tutta la faccenda è che le sfilate milanesi perderanno uno dei suoi nomi più di richiamo.
‌
di @seretibaldi 
#Chanel #MatthieuBlazy
La caccia al nuovo direttore creativo di @chanelofficial è finalmente arrivata al traguardo. Sarà il francese @matthieu_blazy, 40 anni e attuale direttore creativo di Bottega Veneta, a prendere le redini della maison di moda più importante, amata e sognata del mondo. Va detto che, sulla carta, scelta migliore Chanel non poteva farla: Blazy è infatti uno dei talenti più brillanti della nuova generazione, universalmente amato e stimato. Il suo arrivo da Bottega Veneta nel 2021 ha portato a un’impennata nei fatturati del marchio, trasformandolo nel simbolo della nuova eleganza milanese. ‌ Nei suoi tre anni alla guida del brand di Kering, Blazy ha dimostrato un’incredibile capacità nel mescolare moda, design e cultura, collaborando con Gaetano Pesce e con la Galleria Nazionale di Cosenza, ridisegnando le silhouette del brand, creando accessori diventati virali, e unendo con sapienza l’eleganza più classica allo humour. Prima di Bottega Veneta, Blazy ha collaborato con Raf Simons da Calvin Klein, con Phoebe Philo da Céline e ha lavorato per 4 anni da Maison Margiela, disegnando la linea couture, l’Artisanal. ‌ Per talento, visione ed età Blazy risponde perfettamente alle caratteristiche cercate da Chanel: un designer senza un proprio marchio, che quindi si può dedicare totalmente alla maison, con un’approfondita conoscenza del lavoro degli atelier e con una forza creativa sufficiente a dare nuova linfa ed eccitazione a un nome della moda leggendario ma che negli ultimi mesi, complice la mancanza di una direzione creativa, rischiava di appannarsi. Inoltre, Blazy è solo il quarto stilista della maison fondata nel 1910. Prima di lui, a parte la fondatrice Coco, ci sono stati solo Karl Lagerfeld, che ha tenuto la posizione dal 1983 fino alla sua morte nel 2019 e Virginie Viard, per anni braccio destro di Lagerfeld e promossa proprio per volere del grande stilista. L’unico punto negativo di tutta la faccenda è che le sfilate milanesi perderanno uno dei suoi nomi più di richiamo. ‌ di @seretibaldi #Chanel #MatthieuBlazy
1.9K 11 7 days ago
𝗜𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲̀ 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲
Immaginare storie è una capacità che ha permesso all’umanità di conquistare il pianeta, e a cui possiamo attingere per migliorare le nostre vite. Lo spiega in “Storythinking: la nuova scienza del pensiero narrativo” (@codice_edizioni) Angus Fletcher, docente di narrazione all’@ohio.university e consulente per giganti come @disney, @sony e @bbcnews. Forte di una laurea in neuroscienze e di un dottorato in letteratura, studia da anni proprio questo: il rapporto tra storie e cervello.
‌
«La logica è una piccola parte dell’intelligenza umana. Ci consente di fare alcune cose importanti, ma ci fa essere intelligenti soltanto in situazioni in cui nulla cambia e quasi tutto è noto. Ma le decisioni che prendiamo nella vita non sono astratte come la matematica. E negli ambienti fragili e instabili, in cui abbiamo pochi dati, è l’immaginazione che ci serve, la capacità di concepire storie per capire cosa possiamo fare».
‌
«Circa mezzo miliardo di anni fa hanno iniziato a evolversi due importantissime funzioni per gli esseri viventi. La prima è stata la visione, particolarmente importante per i predatori, perché permette loro di vedere ciò che possono mangiare. E se ti ritrovi in un mondo in cui tutti ti guardano e cercano di mangiarti, cosa fai? Dovrai trovare modi per non essere prevedibile. Non potrai soltanto muoverti in modo casuale, perché ciò ti farebbe sprecare energie. Ma se sei capace di inventare un nuovo itinerario, un piano alternativo, allora potrai superare in astuzia il nemico. Il pensiero narrativo è un impulso creativo che si è evoluto per farci sfuggire a mascelle potenti, e ci ha reso liberi e indipendenti».

L’articolo di Giuliano Aluffi su d
📸 Immagine del progetto Eisbergfreistadt, con cui gli artisti @kahnselesnick e Richard Selesnick hanno immaginato un universo narrativo immersivo.
𝗜𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲̀ 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲 Immaginare storie è una capacità che ha permesso all’umanità di conquistare il pianeta, e a cui possiamo attingere per migliorare le nostre vite. Lo spiega in “Storythinking: la nuova scienza del pensiero narrativo” (@codice_edizioni) Angus Fletcher, docente di narrazione all’@ohio.university e consulente per giganti come @disney, @sony e @bbcnews. Forte di una laurea in neuroscienze e di un dottorato in letteratura, studia da anni proprio questo: il rapporto tra storie e cervello. ‌ «La logica è una piccola parte dell’intelligenza umana. Ci consente di fare alcune cose importanti, ma ci fa essere intelligenti soltanto in situazioni in cui nulla cambia e quasi tutto è noto. Ma le decisioni che prendiamo nella vita non sono astratte come la matematica. E negli ambienti fragili e instabili, in cui abbiamo pochi dati, è l’immaginazione che ci serve, la capacità di concepire storie per capire cosa possiamo fare». ‌ «Circa mezzo miliardo di anni fa hanno iniziato a evolversi due importantissime funzioni per gli esseri viventi. La prima è stata la visione, particolarmente importante per i predatori, perché permette loro di vedere ciò che possono mangiare. E se ti ritrovi in un mondo in cui tutti ti guardano e cercano di mangiarti, cosa fai? Dovrai trovare modi per non essere prevedibile. Non potrai soltanto muoverti in modo casuale, perché ciò ti farebbe sprecare energie. Ma se sei capace di inventare un nuovo itinerario, un piano alternativo, allora potrai superare in astuzia il nemico. Il pensiero narrativo è un impulso creativo che si è evoluto per farci sfuggire a mascelle potenti, e ci ha reso liberi e indipendenti». L’articolo di Giuliano Aluffi su d 📸 Immagine del progetto Eisbergfreistadt, con cui gli artisti @kahnselesnick e Richard Selesnick hanno immaginato un universo narrativo immersivo.
61 0 7 days ago
𝗡𝗼𝗻 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝘁𝗲 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮
In poco più di 6 anni @hunterschafer ha collezionato esperienze di ogni tipo. È stata la più giovane attivista per i diritti Lgbtq+ (a partire dalla “legge sui bagni” del 2016). A 18 anni, grazie alle sue foto su Instagram, è diventa modella e poi top (per @marcjacobs, @helmutlang e @miumiu), infine, senza alcuna esperienza di recitazione, è entrata nel cast di “Euphoria”. Prossimamente sarà protagonista di “Blade Runner 2099”, attesissima miniserie di @ridleyscottcg, ma prima ancora al Sundance l’abbiamo vista nell’horror “Cuckoo”.
‌
Schafer è sempre stata appassionata di horror: «Provo qualcosa di viscerale nell’essere coperta di sangue impugnando coltelli. “Suspiria” è il mio preferito, sia l’originale di Dario Argento, sia quello di Luca Guadagnino». Nel film è Gretchen, una musicista punk: «Nella playlist ho messo soprattutto Psychocandy dei Jesus and Mary Chain. Ascolto sempre musica per entrare nel personaggio, è uno strumento potente per capire la psiche e visualizzare le scene. Mi ha aiutata anche in “Euphoria”, ero alle prime armi e cercavo di aggrapparmi a qualsiasi cosa».

Fin da 2 anni Schafer ha capito di non identificarsi nel genere maschile: «I miei genitori cercavano di farmi indossare travestimenti da supereroi, Spiderman o Superman... Ma io ho sempre preferito Catwoman. Fumetti, manga, graphic novel e libri di fantascienza mi hanno dato una via di fuga. “Rain” di Jocelyn Samara DiDomenick, “Wandering Son” di Takako Shimura, “The Invisibles” di @grant.morrison. Ci trovi sempre protagonisti strani, non conformi».

L’articolo di @labestiala su d
𝗡𝗼𝗻 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝘁𝗲 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮 In poco più di 6 anni @hunterschafer ha collezionato esperienze di ogni tipo. È stata la più giovane attivista per i diritti Lgbtq+ (a partire dalla “legge sui bagni” del 2016). A 18 anni, grazie alle sue foto su Instagram, è diventa modella e poi top (per @marcjacobs, @helmutlang e @miumiu), infine, senza alcuna esperienza di recitazione, è entrata nel cast di “Euphoria”. Prossimamente sarà protagonista di “Blade Runner 2099”, attesissima miniserie di @ridleyscottcg, ma prima ancora al Sundance l’abbiamo vista nell’horror “Cuckoo”. ‌ Schafer è sempre stata appassionata di horror: «Provo qualcosa di viscerale nell’essere coperta di sangue impugnando coltelli. “Suspiria” è il mio preferito, sia l’originale di Dario Argento, sia quello di Luca Guadagnino». Nel film è Gretchen, una musicista punk: «Nella playlist ho messo soprattutto Psychocandy dei Jesus and Mary Chain. Ascolto sempre musica per entrare nel personaggio, è uno strumento potente per capire la psiche e visualizzare le scene. Mi ha aiutata anche in “Euphoria”, ero alle prime armi e cercavo di aggrapparmi a qualsiasi cosa». Fin da 2 anni Schafer ha capito di non identificarsi nel genere maschile: «I miei genitori cercavano di farmi indossare travestimenti da supereroi, Spiderman o Superman... Ma io ho sempre preferito Catwoman. Fumetti, manga, graphic novel e libri di fantascienza mi hanno dato una via di fuga. “Rain” di Jocelyn Samara DiDomenick, “Wandering Son” di Takako Shimura, “The Invisibles” di @grant.morrison. Ci trovi sempre protagonisti strani, non conformi». L’articolo di @labestiala su d
524 0 7 days ago
Dopo dieci anni @jgalliano non sarà più il direttore creativo di @maisonmargiela. La notizia, che girava da tempo nel vortice dei gossip di moda di questi mesi, è stata confermata in esclusiva al Wwd dallo stesso Galliano e da Renzo Rosso, proprietario attraverso il gruppo Otb del marchio. Un segno chiaro del fatto che tra i due non ci sia stato alcuno scontro.
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“Invitandomi ad assumere il ruolo di direttore artistico della maison costruita da Martin, Renzo mi ha fatto il regalo più prezioso: mi ha dato la possibilità di ritrovare la mia voce creativa quando l’avevo persa”. Il designer si riferisce ovviamente all’incidente del 2011, quando una serie di insulti razzisti urlati in un bar gli erano costati la carriera. Era stato @renzorosso a volerlo a ogni costo da Margiela, permettendogli di tornare a occupare il ruolo di primo piano che gli spetta in questo mondo.
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“Sono orgoglioso di aver creato e costruito una profonda amicizia con John che va oltre il lavoro”, dice Rosso. “Sono sicuro che ci saranno altre occasioni in futuro per collaborare di nuovo assieme”. Le frasi pronunciate da entrambi non sono solo di facciata: Rosso ha messo a disposizione di Galliano uno dei brand più rilevanti della moda contemporanea, offrendogli una ribalta unica.
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E fa piacere che i due si salutino sull’onda di quella che è considerata come “la” sfilata del 2024, la collezione couture presentata lo scorso gennaio e diventata un fenomeno di costume come non se ne erano mai visti, cui sono stati dedicati studi, documentari e migliaia di post sui social media. Nulla si sa del futuro del designer, ma quel che è certo è che, a questo punto, il suo nome torna in gioco nei vari posti ancora vacanti, primo fra tutti Chanel, dove i giochi sembravano fatti. Ma ora chissà.
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di @seretibaldi 
#JohnGalliano #MaisonMargiela
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Dopo dieci anni @jgalliano non sarà più il direttore creativo di @maisonmargiela. La notizia, che girava da tempo nel vortice dei gossip di moda di questi mesi, è stata confermata in esclusiva al Wwd dallo stesso Galliano e da Renzo Rosso, proprietario attraverso il gruppo Otb del marchio. Un segno chiaro del fatto che tra i due non ci sia stato alcuno scontro. ‌ “Invitandomi ad assumere il ruolo di direttore artistico della maison costruita da Martin, Renzo mi ha fatto il regalo più prezioso: mi ha dato la possibilità di ritrovare la mia voce creativa quando l’avevo persa”. Il designer si riferisce ovviamente all’incidente del 2011, quando una serie di insulti razzisti urlati in un bar gli erano costati la carriera. Era stato @renzorosso a volerlo a ogni costo da Margiela, permettendogli di tornare a occupare il ruolo di primo piano che gli spetta in questo mondo. ‌ “Sono orgoglioso di aver creato e costruito una profonda amicizia con John che va oltre il lavoro”, dice Rosso. “Sono sicuro che ci saranno altre occasioni in futuro per collaborare di nuovo assieme”. Le frasi pronunciate da entrambi non sono solo di facciata: Rosso ha messo a disposizione di Galliano uno dei brand più rilevanti della moda contemporanea, offrendogli una ribalta unica. ‌ E fa piacere che i due si salutino sull’onda di quella che è considerata come “la” sfilata del 2024, la collezione couture presentata lo scorso gennaio e diventata un fenomeno di costume come non se ne erano mai visti, cui sono stati dedicati studi, documentari e migliaia di post sui social media. Nulla si sa del futuro del designer, ma quel che è certo è che, a questo punto, il suo nome torna in gioco nei vari posti ancora vacanti, primo fra tutti Chanel, dove i giochi sembravano fatti. Ma ora chissà. ‌ di @seretibaldi #JohnGalliano #MaisonMargiela ‌
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